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Parte integrante dei programmi di dimagrimento, il palloncino gastrico è una soluzione medica sicura per la perdita di peso, pur con i propri limiti e, in minor misura, coi propri effetti sul corpo.

Dieta ed esercizio fisico. Sono sempre stati imperativi per qualsiasi percorso di dimagrimento o, in termini più colloquiali, corrisponde all’ormai assodato vado dal nutrizionista e mi iscrivo in palestra. Con pazienza, costanza e dedizione si possono raggiungere gli obbiettivi fissati “soltanto” mangiando in maniera più salutare e svolgendo attività fisica, ma quando tempo, salute e soprattutto volontà vengono a mancare per un motivo o per un altro, il metodo canonico non risulta più efficiente o persino controproducente.

Come si arriva al palloncino intragastrico?

La risposta più diretta è: “quando dieta ed esercizio fisico non sono sufficienti”. Una definizione generica, certo, ma anche coerente se la si va a sviscerare in tutte le sue sfaccettature. Per esempio, perché non si può migliorare con la sola dieta? Perché il corpo non cambia anche svolgendo attività fisica? Perché mancano la voglia e le energie per terminare un programma di dimagrimento?

Il ventaglio di motivazioni è ampio e comprende ogni sfera: emotiva, fisica, sentimentale, psicologica. Indipendentemente da ciò, qualunque possa essere la motivazione, se il cibo non riesce ad trasformarsi in una cura e l’esercizio fisico appare solo come una perdita di tempo, è il momento di optare per un’alternativa medica controllata.

Di palloncini gastrici ce ne sono tanti e diversi

Partiamo con il più conosciuto, il BIB (Bioenterics Intragastric Balloon, tradotto letteralmente in pallone gastrico bioenterico) vale a dire che va ad operare indirettamente sul sistema nervoso enterico che gestisce le funzioni dell’apparato digerente, e lo fa inibendo il senso di fame. Per spiegarlo in parole semplici, il palloncino occupa spazio nello stomaco così da far sentire al paziente un maggiore senso di sazietà, cosa che lo spinge a mangiare minori quantità di cibo. E’ come se ogni giorno ci alzassimo dal letto con una sensazione reale di pienezza e sazietà come se si fosse mangiato poco prima.

Da questo “semplice” concetto, negli anni successivi sono stati brevettati altri modelli come l’Heliosphere Bag, riempito d’aria invece che di acqua; il palloncino gastrico Orbera, che può rimanere nello stomaco fino a un anno; lo Spatz3 con la peculiarità di poter essere adattato, gonfiandolo e sgonfiandolo a seconda delle necessità; il ReShape Duo che prevede il posizionamento di due dispositivi indipendenti nello stomaco; Obalon, il primo a poter essere posizionato senza gastroscopia, ma necessaria alla sua rimozione. Di nuova generazione e totalmente non invasivo è invece il palloncino gastrico di Allurion (chiamato Elipse) che è riuscito ad infrangere le barriere dell’anestesia e della gastroscopia, rendendole inutili per il trattamento.

Se il palloncino gastrico non funziona?

Come da prassi, i casi clinici vanno valutati singolarmente dal medico. Se le soluzioni meno invasive risultano inutili o, semplicemente, non convincono il paziente della loro efficacia, questi può optare per un intervento chirurgico al tratto gastro-intestinale, tra cui bypass gastrico, bendaggio o sleeve gastrectomy.

Operazioni di questo tipo sono quasi sempre efficaci, ma molto spesso ci si dimenticata che un intervento chirurgico è alla stregua di un trauma controllato, come se si fosse ricevuta una coltellata. Per quanto possa sembrare esagerato definirlo così, basta soffermarsi su ciò che accade nel concreto: la pelle è tagliata, i vasi sanguigni recisi e i tessuti perforati. Si è creato un trauma, una o più ferite di entità variabili che guariranno solitamente nel corso di tanto tempo e con i giusti accorgimenti farmacologici e comportamentali . L’unica differenza sta nella finalità: nel caso di un intervento, è terapeutica, mentre nell’altro ha il solo scopo di arrecare danno. Questo per informare (o ricordare) che le operazioni chirurgiche per perdere peso sono invasive e, quindi, stravolgono non poco le abitudini del paziente e il suo stesso corpo con effetti che può potenzialmente portarsi dietro tutta la vita.

Nell’articolo dedicato, ci soffermiamo sulle caratteristiche del dispositivo e sul suo funzionamento.