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Come ogni altro trattamento medico, anche i programmi che prevedono l’inserimento di un palloncino gastrico possono presentare dei rischi, che però è bene dimensionare in maniera scientifica o quanto meno realistica.

Anche un’aspirina ti può uccidere.

Detto così può sembrare solo allarmismo ingiustificato, ma tecnicamente è la verità: un’aspirina ti può uccidere, in teoria. In pratica, bisogna analizzare concretamente caso per caso per estrapolarne la verità, magari solo per scoprire che, ad esempio, è stata assunta da un inconsapevole paziente allergico al principio attivo o che il paziente in questione fosse già gravemente malato e l’aspirina servisse solo ad attutirne i sintomi. Discorso analogo per tutti i trattamenti medici, sanitari e farmacologici: ognuno di essi è rischioso ed è sufficiente che si verifichi anche un solo caso su un miliardo per generare una statistica.

La domanda fondamentale da porsi è: quanto è realmente rischioso?

La risposta secca, almeno nel campo del dimagrimento, è: infinitesimale, nell’ordine dei millesimi, dunque, molto, ma molto meno rischioso che guidare un’automobile su di una strada non trafficata, cucinare una porzione di pasta su un fornello a gas o persino salire e scendere le scale una sola volta al giorno. Sono tutti comportamenti statisticamente più rischiosi del posizionare, tenere ed espellere un palloncino gastrico, ancor meno nel caso di modelli non invasivi come quello di Allurion. Eppure sembra che non ci rendiamo conto del significato delle statistiche e, soprattutto, delle differenze nei tassi d’incidenza delle stesse.

Questo accade perché la paura è molto spesso irrazionale, come accade a chi, ad esempio, è terrorizzato da un minuscolo ragnetto che non potrebbe nemmeno sognarsi di farci del male. Nonostante ciò, è più facile scoprire una persona – anche di propria conoscenza – che ha paura dei ragni piuttosto che trovarne una che è terrorizzata dal guidare un’automobile o prepararsi il pranzo.

L’inganno dell’efficacia della chirurgia

Un’altra importante incomprensione è l’idea che un intervento chirurgico sia più efficace rispetto a qualsiasi altro metodo. Come già detto nell’articolo dedicato, il trauma provocato da un’operazione di questo tipo può incidere in maniera permanente sulla qualità della vita del paziente. Non in ogni caso, beninteso, ma dire “un’operazione chirurgica è più efficace di una che non lo è” è totalmente sbagliato. I metodi non invasivi sono stati brevettati proprio per evitare gli interventi chirurgici o, in generale, i più invasi. Gli stessi studi condotti in ambito medico dimostrano che non c’è differenza di efficacia tra un metodo chirurgico e il suo corrispettivo che non lo è, come nel caso della medicina rigenerativa o di tutti quegli approcci considerati naturali, come il trattamento PRP per le calvizie.

Pensaci! Perché complicarsi la vita – e la salute – per una complessa operazione chirurgica quando si può risolvere il problema con un trattamento meno complesso, meno costoso e meno invasivo? In ogni caso, il guadagno è reciproco, sia del paziente che del medico. E’ bene sottolineare che ci sono casi in cui la chirurgia è l’unica via percorribile, ma quando è possibile sostituirla con un trattamento pari o persino migliore, perché non farlo?

Dunque, la prossima volta che ti ricapiterà di pensare ai rischi di un palloncino gastrico in confronto al prepararsi la cena o a dare retta allo zio che reputa la chirurgia come la soluzione definitiva, tieni sempre in mente che rischi e pericoli ci saranno sempre, ma da soppesare. Statistiche alla mano, anche un asteroide ha la possibilità di colpirti dritto in testa, ma ci sono più possibilità che tu vinca il Superenalotto invece.